Sarebbe augurabile che l’anno 2012 segnasse per l’Italia un salto di qualità e di civiltà nei confronti degli immigrati che stabilmente risiedono in Italia e che, con il loro onesto lavoro, contribuiscono alla crescita del nostro paese.
Mancano solo due mesi alla conclusione della campagna di raccolta firme “Italiano sono anch’io” – Campagna per i diritti di cittadinanza, promossa a livello nazionale da vari enti ed associazioni a sostegno di due proposte di legge. Su questa iniziativa, portata avanti anche nella nostra realtà con lodevole impegno, è bene non spegnere i riflettori ma anzi tenerne vivo l’interesse. Ricordiamo brevemente il contenuto delle due proposte. La prima, attraverso la riforma della legge di cittadinanza Nr 91 del 1992, mira ad introdurre lo “ius soli” per i nativi sul territorio italiano e, inoltre, la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana per uno straniero soggiornante da almeno 5 anni. La seconda si pone l’obiettivo di promuovere la partecipazione politica e amministrativa e il diritto di voto nelle elezioni comunali, provinciali e regionali, senza discriminazioni di cittadinanza o di nazionalità per gli stranieri in possesso di titolo di soggiorno da almeno 5 anni.
(per saperne di più www.litaliasonoanchio.it)
Questa campagna, sostenuta con forza anche dal nostro Presidente della Repubblica, che ha definito “un’autentica follia ed un’assurdità” il fatto che ai bambini figli di stranieri, nati sul territorio italiano e frequentanti le nostre scuole, non sia concesso il diritto di cittadinanza, trova comunque resistenze ed obiezioni.
Per lucrare qualche voto, con ragionamenti rozzi e di “bassissima Lega”, si nega un diritto legittimo e si alimenta la politica della paura e dell’odio sociale.
Ha una visione miope ed autolesionista, chi pensa al futuro del nostro paese senza considerare l’insostituibile risorsa demografica rappresentata da questi “nuovi italiani”.
L’integrazione degli immigrati è un capitolo importante nel più vasto orizzonte di rilancio economico del nostro paese.
Dobbiamo però vigilare affinchè gli episodi di razzismo avvenuti recentemente a Firenze e a Torino rimangano fatti isolati e venga condannata senza riserva la propaganda anti-straniero portata avanti in questi anni. Nella città toscana un uomo con simpatie neofasciste ha ucciso alla luce del sole due senegalesi per puri motivi razziali prima di togliersi la vita; a Torino un intero quartiere si è riversato contro un campo rom per la falsa accusa di stupro presentata da una sedicenne.
Purtroppo in Italia ci sono alcuni fattori politici,sociali e culturali che inducono al razzismo e che vanno segnalati e combattuti, senza timore di infrangere tabù o di offendere particolari sensibilità. Diversamente ne diverremmo complici. Dobbiamo constatare che il tasso di denuncia e di indignazione dei media rispetto a questi comportamenti, unita all’attività di prevenzione e controllo istituzionale, è scesa in modo pericoloso. Ciò contribuisce alla normalizzazione, all’introduzione nella pubblica discussione ordinaria di parole e idee che la morale comune dovrebbe bandire. Se questo non avviene certe “opinioni” finiscono per orientare le decisioni in materia di sicurezza e migrazioni. Ignorando le indicazioni statistiche e sociologiche e grazie a dissennate scelte politiche, gli stranieri, soprattutto al sud, rappresentano una marea di irregolari che lavorano in nero, sfruttati e sottopagati. Questa situazione scatena un nesso quasi inevitabile tra deprivazioni materiali e degrado morale, causando nei cittadini quel diffuso senso di insicurezza da cui nasce il pregiudizio. Dobbiamo, perciò, prendere atto di una realtà di sfruttamento e schiavizzazione che ha complicità normative e che, di fatto, impedisce il processo di dialogo ed integrazione. Sostenere la campagna “Italiano sono anch’io” e fare sì che il Parlamento riapra concretamente la discussione sul tema della cittadinanza, rappresenta quindi un risarcimento minimo per le tante umiliazioni inflitte.
Roberto Massaro
(dal sito di Città Futura)
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