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domenica 22 gennaio 2012

Mobilità "insostenibile"

di Marco  Marzi
Sta fortunatamente volgendo al termine un quinquennio nel corso del quale i provvedimenti da parte dell’attuale Giunta Comunale di Alessandria in materia di mobilità urbana non hanno certo brillato per lungimiranza.
La nuova Amministrazione si era appena insediata nel 2007 quando abbiamo assistito alla realizzazione della Ztl creativa, nelle strade più periferiche della città, meno trafficate ed in alcuni casi addirittura nemmeno asfaltate.
Si è proseguito con l’esilarante boutade degli spazzacamino per contrastare l’inquinamento atmosferico e con l’imposizione di una pseudo zona 30 in Corso Acqui realizzata al solo scopo di utilizzare i finanziamenti regionali, e che ha prodotto nel tempo risultati assolutamente negativi: maggiore caos del traffico a motore ed un più elevato pericolo per ciclisti e pedoni.
Nel frattempo, per evitare malintesi sul concetto di mobilità sostenibile promosso dall’attuale Giunta, si è realizzata la progressiva discriminazione di chi utilizza la bicicletta parallelamente allo smantellamento del trasporto pubblico cittadino.
Come non citare infine la mirabolante pavimentazione catalitica che si mangia le emissioni inquinanti, nonché la crescita costante della percentuale di parcheggi a pagamento e delle relative tariffe.
In questo desolante quadro di interventi sconclusionati, approssimativi e privi di organicità giunge la notizia dell’abbassamento del limite di velocità da 50 a 30 km/h nella zona racchiusa tra gli spalti, in quanto tale misura favorirebbe la riduzione dell’inquinamento.
Fa piacere che dopo 5 anni anche questa Giunta ne abbia preso atto, alla Facoltà di Fisica ne saranno lieti, ma non è certo con le ordinanze che si migliora la mobilità urbana. Come pensa la Giunta di far rispettare tali limiti? Posizionando forse una pattuglia ad ogni incrocio?
E’ giunto il momento di voltare pagina, sia nel metodo che nel merito, così da sviluppare un progetto complessivo e strutturale di mobilità sostenibile che riguardi l’intera città. Bisognerebbe partire da un confronto serrato e franco con le Associazioni di Categoria, quelle ambientaliste e gli altri principali portatori di interesse, così da individuare un percorso e degli obiettivi condivisi che tengano conto dei vincoli e delle esigenze presenti e future.
Occorre fornire risposte a chi chiede di potersi muovere in bicicletta da un’estremità all’altra della città con percorsi sicuri ed integrati nel contesto urbano. Occorre progettare e realizzare vere zone 30 sulla falsariga delle migliori esperienze europee, secondo una visione integrata della città, e non suddivisa a compartimenti stagni. Occorre da un lato realizzare un piano dei parcheggi più ambizioso, e dall’altro incentivare e facilitare l’uso del trasporto pubblico.
Ma soprattutto è fondamentale integrare il concetto di mobilità urbana sostenibile in un’idea più ampia di sviluppo e riqualificazione urbana, tenendo presente come si vogliono indirizzare i flussi veicolari, come e dove si vuole modulare e garantire l’accessibilità ai servizi da parte dei cittadini e delle imprese, come si vuole rilanciare il commercio nel centro storico ed in che modo si intende rendere efficace la distribuzione delle merci.
Questi aspetti non sono incompatibili con il contrasto dell’inquinamento atmosferico, a patto che siano chiari due concetti base: da un lato evitare di calare sulla cittadinanza decisioni dall’alto soprattutto nelle fasi di pianificazione e progettazione, e dall’altro pensare allo sviluppo di una mobilità sostenibile riguardante il territorio cittadino (sobborghi compresi) nel suo insieme.
In un ambito dove la sensibilità dei cittadini è crescente il centro-destra ha già fallito e non è più credibile, ora tocca al centro-sinistra prendere l’iniziativa e dimostrare di avere le idee chiare a riguardo.



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