Ormai ci siamo. Il countdown, che ci porterà alle elezioni per il rinnovo dell’ amministrazione comunale il 6 e 7 Maggio prossimi, è cominciato. Anche i più distratti passeggiando per le vie del centro, lo scorso week-end, se ne sono accorti. Vedendo la lunga fila di banchetti e gazebo, ognuno con la propria “chincaglieria” di sogni, da offrire al prezzo di un voto o di una preferenza. Alle fine si prevedono tra i 10 ed i 15 candidati sindaco e tra i 200 e 350 candidati per il consiglio comunale. Un affollamento che certamente non aiuterà il comune elettore a discernere tra le varie opzioni. Anche il confronto tra i candidati, stante la vigente legge sulla par condicio, sarà pressoché impossibile almeno fino alla conclusione del primo turno elettorale.
Ed allora via ai “santini”, ai facsimile, alle spille, alle telefonate, agli sms, alle incursioni sul web, ai banner sui siti, agli annunci su facebook : tutto questo per la gioia delle tipografie e dei media locali.
Del resto ogni rito ha la sua liturgia e, quindi, prepariamoci ad assistere, cercando almeno di cogliere le differenze che pur esistono tra le varie proposte.
Meritano a riguardo un’attenzione particolare le mosse dell’attuale sindaco che, incassato il sostegno del proprio partito (il cui simbolo, per ora, sembra sparito…), ha iniziato la campagna elettorale con una serie di manifesti per le strade che decantano le sue “grandi gesta” in questo quinquennio. La riqualificazione di Corso Acqui , le fontane pubbliche, le telecamere di videosorveglianza, le piste ciclabili, l’illuminazione a led della città, persino… la sostituzione delle panchine! Tutte iniziative lodevoli (seppur da verificare nella loro completa attuazione) che si addicono più all’attività di un assessore ai lavori pubblici che non a quella di un primo cittadino!
Il sindaco Fabbio, invece, dovrebbe dare alla città delle risposte più puntuali su altre questioni: sul bilancio, sulla recente sentenza della Corte dei Conti, sullo stato delle aziende partecipate, sul destino del personale precario dei nidi e delle materne comunali, sul debito con il CISSACA, sulla qualità dell’aria che respiriamo, sullo sfaldamento della sua maggioranza, sulla sua prossima convocazione in Procura della Repubblica accompagnato dall’ex assessore al bilancio e dall’ ex ragioniere capo,etc.
Di tutto questo non c’è traccia sui manifesti, ma non disperiamo… del resto Fabbio è un sindaco che FA!
Ci piacerebbe inoltre sapere come mai, ogni volta che piove, alcune zone della città si allaghino regolarmente e si aprano crateri in tante strade: ma il sindaco non se ne preoccupa… Invia gli addetti con la macchina tappabuchi, la vera innovazione di questi anni, che come il 7° cavalleggeri nei vecchi film western, prontamente risolleva le sorti del nostro accidentato andare… almeno fino alla prossima pioggia!
E poi, ora che non c’è più un euro nelle casse comunali, che ne sarà del Piano Strategico per il futuro della città, così pomposamente presentato “urbi et orbi” con tanto di presenza del “maestro di cerimonie”, Bruno Vespa?
E se chiedessimo a chi lo ha preparato, incassando in 4 anni oltre 500.000 Euro, di aggiungervi un’appendice dal titolo: “Il Piano Strategico della città di Alessandria nel tempo del dissesto finanziario”?
Purtroppo, le ragioni per essere di buon umore sono finite da un pezzo mentre incalzano i problemi in tutta la loro drammaticità. Al momento le proposte alternative, offerte dai candidati sindaco in campo, salvo poche eccezioni, destano molte perplessità.
Chissà che la saggezza degli alessandrini, che si esprimerà con il voto, non metta un po’ di ordine in questa babele d’illusioni e… di smodate ambizioni!
Alla fine di tutto resta la città con i suoi abitanti.
Ed allora resto attaccato pervicacemente ad un’idea di città che punta sull’organizzazione di una vita di qualità, che alimenta e compone speranze individuali con quelle collettive.
Una città che sperimenta un nuovo rapporto tra cittadini ed istituzioni e riscopre un’attitudine all’accoglienza verso le condizioni tipiche della fragilità umana.
E, in essa, un’amministrazione che propone la pianificazione come lo strumento per la promozione di uno sviluppo urbano sostenibile e promuove la coesione sociale e la cittadinanza attraverso la piena partecipazione alla vita della comunità ed ai processi di scelta che riguardano il suo sviluppo nel segno della trasparenza e della legalità.
Un’illusione, un sogno? Può darsi. Ma del resto, sognare costa molto meno di un set di penne stilografiche… anzi, non costa proprio nulla!
PS: Anche un lavoratore precario del nido o della materna comunale costa alla collettività, in un anno, meno del set di penne stilografiche recentemente acquistato da questa amministrazione per gli omaggi agli ospiti. Ma di questo il sindaco non ha tempo di occuparsi…! E’ troppo impegnato a coltivare le rose della Moldavia per fare di Alessandria una “ città fiorita”!
(dal blog di Appunti Alessandrini)
Roberto Massaro